Sonic Youth, Goo
1990, DGC
Copertina: Raymond Pettibon
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La copertina di “Goo” dei Sonic Youth è davvero un pezzo iconico del design discografico degli anni ’90. Raymond Pettibon ha creato qualcosa di geniale nella sua apparente semplicità.
La copertina è diventata una delle icone più conosciute della musica rock.
Il fatto che l’illustrazione di Pettibon si basi su una fotografia di Maureen Hindley e David Smith, trasforma radicalmente la lettura dell’opera. Non è solo una coppia misteriosa con occhiali da sole – è un’immagine carica di una storia criminale reale e traumatica.
La foto è stata scattata da un paparazzo nel 1966 e raffigurante Maureen Hindley e il suo primo marito David Smith mentre guidano per andare a testimoniare contro la sorella Myra Hindley e Ian Brady, esattamente i due serial killer, protagonisti del caso “Moors Murders”.

All’estrema destra della copertina, Pettibon aggiunge la frase: «I stole my sister’s boyfriend. It was all whirlwind, heat and flash. Within a week we killed my parents and hit the road.»
(«Ho rubato il ragazzo a mia sorella. Era tutto un turbine di calore e un lampo. In una settimana abbiamo ucciso i miei genitori e siamo partiti.»).
La copertina è stata considerata controversa dai discografici della Geffen Records che hanno tentato, senza risultati, di convincere il gruppo a trovarne una alternativa. «Tutto quel che occorre [per convincerci a cambiare la copertina] è un ragazzino che tenta di uccidere i propri genitori e ha il nostro disco in cameretta.» ha dichiarato Kim Gordon.

Sul retro dell’album, c’è un’altra illustrazione con lo stesso stile e rappresenta una donna mentre pulisce con un fazzoletto il viso di un uomo rassicurandolo e dicendo: «Nothing…Lipstick, and a little blood» («Non è niente…solo rossetto e un po’ di sangue»).
Questo rivela il genio provocatorio di Pettibon e dei Sonic Youth: prendere un’immagine legata a uno dei casi criminali più scioccanti della Gran Bretagna e trasformarla in arte, svuotandola del suo contesto originale per darle nuovi significati. La freddezza apparente della coppia assume ora connotazioni sinestre.
Dal punto di vista dell’arte concettuale, è un gesto audace: Pettibon non si limita a copiare la foto, ma la filtra attraverso il suo stile distintivo, creando una distanza estetica che permette una riflessione più profonda sulla violenza, sui media e sulla trasformazione delle immagini nel tempo.
Il tratto nero essenziale su fondo bianco riflette perfettamente l’estetica underground e lo spirito DIY della band. Pettibon, già noto per il suo lavoro con i Black Flag, porta qui la sua capacità di catturare l’essenza del rock alternativo con un minimalismo che parla direttamente.
Raymond Pettibon (Raymond Ginn)
Raymond Pettibon è un artista rinomato. La sua prima notorietà arrivò quando le sue opere apparvero su volantini e copertine di album dei Black Flag, una band guidata dal fratello maggiore Greg Ginn, e di diversi altri artisti dell’etichetta discografica del fratello, la SST Records, tra la fine degli anni ’70 e la metà degli anni ’80. Dopo essersi aspramente allontanato dal mondo della SST a metà degli anni ’80 a causa del trattamento dei suoi disegni originali, Raymond continuò a farsi un nome nel mondo dell’arte e occasionalmente si dilettava anche con la musica. Ancora oggi occasionalmente realizza illustrazioni per album e le sue opere sono apparse su dischi di Sonic Youth, Mike Watt, Foo Fighters e OFF!, tra gli altri.
Il suo nome d’arte deriva dal soprannome che gli diede suo padre, “Petit Bon”.

