Dopo l’iperrealismo noir di H dalle sette piaghe (Primo classificato al Festival Giallo al Centro Rieti), Ariase Barretta torna sul mercato editoriale con un romanzo di fantascienza distopica. LIVING FLESHLIGHT è il racconto meta-simbolico della società patriarcale occidentale. Il ruolo della donna, le tensioni dei rapporti tra maschile e femminile, le prospettive cross-gender autorepresse, a favore di uno statuto inviolabile ma che nel subcosciente alterato dalle strategie di controllo del potere determina una psicosi collettiva ben più grave di quella che ha la pretesa di sopprimere, sono i tre cardini intorno ai quali la storia prende vita. Ma LIVING FLESHLIGHT è anche la descrizione dell’impossibile armonizzazione tra corpo postmoderno (o meglio trans- moderno), pulsione erotica e pulsione di morte; non la descrizione di un (im)possibile futuro, ma una rappresentazione metaforica del rapporto tra sessualità e potere.
L’obiettivo del Protocollo Thompson è semplice: l’eliminazione fisica di tutte le donne dalla società. Solo quelle più belle sono tenute in vita, per essere trasformate in fleshlight, giocattoli umani destinati alla soddisfazione sessuale degli uomini. Alle prescelte vengono amputate braccia e gambe, asportati gli organi riproduttivi, denti e corde vocali. Peter, un giovane reporter incaricato di intervistare il Presidente della Confederazione Euro-Asiatica, considera aberrante quel nuovo assetto sociale, ma messo di fronte a dati inconfutabili è costretto ad ammettere che il Protocollo ha determinato la fine assoluta della violenza e del crimine. All’intervista di Peter si intrecciano altre cinque storie: Klaus, un ragazzino di tredici anni, non ha il coraggio di dire a suo padre che nella bambola umana che gli è stata appena regalata vede solo un’amica da pettinare e truccare; Luis, un medico che si dedica alla conservazione dei fleshlight, spinge con l’inganno un suo cliente a compiere un atto mostruoso; Victor, giovane rampollo di una famiglia nobile, viene accolto in una Società Segreta i cui confratelli compiono ogni anno un rituale dai risvolti raccapriccianti. Intanto, in una delle Colonie in cui crescono le donne destinate a diventare fleshlight, tre ragazzine stanno per scoprire il proprio destino. E forse riusciranno ad evitarlo…
Il romanzo fa parte di una potenziale trilogia di romanzi distopici (Trittico trans-moderno), che ha lo scopo di descrivere tre aspetti essenziali dell’ontologia dell’attualità (il termine trans-moderno, nell’accezione della filosofa Rosa María Rodríguez Magda, è qui inteso come perennemente attuale in quanto osservato in un’ottica non temporalmente contestualizzata): il conflitto tra sessualità e potere, la dissoluzione del corpo post-umano e il rapporto tra pessimismo antropologico e politiche normative.
Ariase Barretta è Dottore di ricerca in Letteratura Ispanoamericana presso l’Università Complutense di Madrid. Nel 2009 ha vinto il premio La voce dei sogni a cui ha fatto seguito la pubblicazione del romanzo lirico Litany e il suo racconto Oscillazioni e parallelismi è stato selezionato per l’antologia Unibook 2010. Nel 2011 ha partecipato al romanzo collettivo Camera 2013. Dello stesso anno è il suo racconto Plexiglas, selezionato per la raccolta La paura fa 90, curata da Danilo Arona.
Negli ultimi anni ha pubblicato i romanzi, Darkene (2012), Psicosintesi della forma insetto (2014) e H dalle sette piaghe (2015), premiato come miglior Noir al Festival “Giallo al centro” di Rieti, tutti editi da Meridiano Zero.
…dicono di lui…
“Living fleshlight è una storia geniale che non lascia scampo. Impossibile staccarsi dalle pagine. Ariase Barretta orchestra una trama distopica che affonda le radici nel nostro doloroso presente e, come la migliore letteratura, ci mette davanti allo specchio dei nostri peccati.”
Piergiorgio Pulixi
“Ariase Barretta ha una rara convinzione etica nella scrittura che si unisce felicemente al coraggio della sperimentazione: una lettura che vi sorprenderà, da non mancare.”
Antonella Cilento
“Un linguaggio che è un gradino più su del ‘dire pane al pane e vino al vino’.
Valeria Parrella
“In pochi riescono come Ariase Barretta a restituire al lettore la crudezza e la profondità delle relazioni umane. Assieme alla faccia nascosta e rumorosa dei luoghi, lui fotografa l’esistenza, anche quella più segreta, quella che non vorremmo mai rivelare: scova ogni ombra e ce la consegna con una passione tale da farci ancora credere nella luce. Non so come questo accada: ma è così e noi lettori bruciamo ogni volta di meraviglia”.
Marilù Oliva
“Un nuovo scrittore che si inserisce di prepotenza nel novero degli scrittori italiani da ricordare.”
Marco Vicentini
Su Psicosintesi della forma insetto: “Il romanzo di ‘deformazione’ che Amélie Nothomb non riesce più a scrivere da una quindicina d’anni.”
Valerio Lanzani – Pride
Su Darkene: “Un romanzo forte, disturbante, da temere ma da non sottovalutare.”
Sergio Pent – La Stampa
“Un gioco surreale, crudele ma erotico, che dà ossigeno alla nera sessualità delle pagine.”
Alessandro Beretta – Corriere della Sera
“Ariase Barretta con Darkene ha scritto un romanzo sulla disperazione, che è sempre a un passo da noi…”
Pier Luigi Razzano – la Repubblica