Un’ invettiva nei confronti della società dell’apparire che affonda le radici in un sound rock anni ’70 riproposto ai giorni nostri.
L’idea del brano si fonda sulla convinzione che il rock non è solamente un genere musicale, ma un movimento e un sentimento. É guidato da menti che vogliono cambiare le cose, che guardano al futuro e sono irriducibili nei loro ideali. In contrapposizione con molta musica giovanile attuale, fondata solamente sulla rassegnazione e sulla depressione, il vero rock dà slancio al pensiero rifiutandosi di accettare qualcosa di finto, è irriducibile nei sogni che persegue. Il brano è una critica alla falsa musica, alla “merce marcia”, troppo spesso deperita e intaccata facilmente anche quando in partenza era fresca, e quindi alla società dell’apparire. L’intento è riprendere qualcosa di passato per svilupparlo in nuove direzioni, scostandosi dalla direzione che il rock ha preso negli anni, con un muro del suono da cui spuntano parole, in una confusione strumentale indistinta. Il brano vuole mostrare come la nuova moda del rock rinascente potrebbe non rispecchiare il senso di esso, ma sia solo o in gran parte un prodotto di immagine, dove, come per la musica commerciale, contano più i bottoni di like premuti, che il sudore versato a imparare. Le ispirazioni del brano si fondano sulla passione del gruppo per la musica rock degli anni ’70, dall’hard rock dei Led Zeppelin e dei Deep Purple al progressive degli Yes e alla psichedelia dei Pink Floyd. Ciò che si sente da questo pezzo, spiccatamente hard rock, è una prima sfaccettatura piuttosto semplice e diretta. Il volere è comporre ciò che ci viene meglio, senza badare alle mode e ai suoni che girano intono a noi.
«Abbiamo completa fiducia nella musica come potente mezzo di comunicazione di valori e sentimenti e come appiglio sociale necessario a uscire da un momento di crisi, depressione e mancanza di aspettativa per i giovani. Musica rivolta in avanti, capace di provocare, far sognare, dimenticare le difficoltà, confortare, dare speranza e di svegliare il piacere per la vita e le cose semplici e autentiche, questo è quello a cui tendiamo. Per questo motivo puntiamo a un progetto vario, con sonorità diverse da un brano all’altro. L’idea è anche quella di rieducare i giovani ad ascoltare musica fatta per davvero, musica sudata sugli strumenti. Tutto questo per noi sfocia in ciò che da noi è chiamato Rock Narrativo: un’unione tra musica rock e testi poetici e cantautoriali, tipici della tradizione italiana. Riprendendo musica da un suono passato e riadattandolo con tecniche moderne di registrazione e con influenze musicali contemporanee, con un’unione sempre maggiore della tecnologia in fase di registrazione e dal vivo e con un utilizzo delle moderne piattaforme per la diffusione e il contatto con il pubblico, tentiamo di fornire un servizio che sia per tutti. Vogliamo regalare un momento di presa d’atto, di riflessione al pubblico, un momento che serva come un rito collettivo a uscire da noi stessi per ritrovarci meglio e meno soli, sia con noi che con gli altri. La musica è un mezzo per esprimere le emozioni, sia per noi che per il pubblico, per superare i dolori e le difficoltà vedendoli in maniera addolcita. La musica è anche un mezzo per sfogarsi, di protesta e di cambiamento. Siamo in totale opposizione con il ristagno musicale moderno diffuso tra i giovani, con i temi ripetitivi e depressi, o vuoti e fini a se stessi, convinti che per rialzarsi prima bisogna imparare a guardare il mondo il modo positivo. Il nostro sogno, il pieno centro del nostro progetto, è far sentire il gusto della musica e soprattutto rieducare ad empatia e bellezza». THE BLIND MONKEYS
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