In ricordo di Claudio Lolli condividiamo l’articolo pubblicato sulla Gazzetta di Mantova del 18 agosto 2018 dove Luca Bonaffini parla del suo amico cantautore.
I ricordi di Bonaffini, amico e collaboratore del cantautore senza compromessi. «A lui devo tutto, mi ha insegnato a scrivere. Era un esempio di coerenza» di Matteo Sbarbada
MANTOVA. «Vivere è una tela di cose con cui riempire i lunghi intervalli tra un momento e l’altro di felicità». “Viaggio” è solo una delle tante gemme regalate nella sua carriera da Claudio Lolli. Luca Bonaffini, che dell’artista bolognese scomparso venerdì 17 agosto è stato fan in giovane età, collaboratore e amico, sceglie quei versi per ricordarlo.
«Con il massimo rispetto per i miei professori del tempo della scuola, Claudio è stato il mio vero insegnante – spiega il cantautore mantovano – Grazie alle sue canzoni e al suo pensiero ho imparato a scrivere. Un insegnante a distanza sempre presente che mi ha trasmesso valori come la ricerca o la coerenza artistica».
Il primo impatto con la musica di Lolli nei primi anni Settanta. Musicassette passate dagli amici, qualche brano ascoltato su Radio Base. E poi la prima stretta di mano, da fan, in un concerto a Vigasio nel 1980. «Come tanti della mia generazione sono cresciuto a pane e Lolli. In quegli anni era alle prese con una metamorfosi intellettuale. Un Lolli più intimista, ermetico, con il tema della protesta sociale più sfumato. Era il tour di Extranei».
Nel 1985, grazie ad un produttore, un nuovo incontro, anche se la nascita di una collaborazione musicale risale alla seconda metà degli anni Novanta. Tra i momenti più intensi, il concerto del 28 agosto 1998 in piazza Leon Battista Alberti. “La Protesta e l’Amore”, il racconto di trent’anni di canzone politica e di protesta. «Un evento che ebbe risonanza nazionale. In quegli anni Claudio ero un po’ sparito, tanto che in molti furono sorpresi. “Ma non era morto?”, mi dissero. Mi ricordo che fu molto disponibile e contento».
L’anno successivo esce “Il Ponte dei Maniscalchi”, album di Bonaffini nel quale i due collaborano nei brani “La Protesta e l’Amore” e “Qualcosa di più”. Nel disco Lolli recita anche un monologo sull’Apocalisse. Il lavoro viene presentato dai due allo storico locale milanese Zelig. Firmata Lolli anche la prefazione della biografia di Bonaffini, opera dello scrittore Mario Bonanno. Il titolo del libro, ancora una volta, “La Protesta e l’Amore”.
«Ci siamo sentiti spesso al telefono negli ultimi anni, ma non sono riuscito a salutarlo di persona per l’ultima volta. Sono andato a Bologna per consegnarli una copia del libro, ma non l’ho trovato. L’ho lasciato nella cassetta della posta. Vorrei che fosse ricordato non solo per i suoi testi, ma per la musica. Amava quella elaborata, piena d’accordi. Un gigante sotto tutti i punti di vista».
Il legame tra i due, però, non era solo musicale, ma umano. «Se dovessi definire Claudio con una parole direi gentile. Una persona molto cordiale, educata e nello stesso tempo lunatica e introversa. Ad alcuni poteva sembrare quasi asociale, ma era sempre disponibile al dialogo. Certo se doveva dirti qualcosa, non te lo risparmiava. Di sicuro era un intellettuale sensibile. Ha sacrificato svariate opportunità mediatiche per intraprendere un percorso più riconoscibile, fatto di coerenza e onestà intellettuale. Sono felice che tutti ora glielo stiano riconoscendo».
Matteo Sbarbada