Nuovo singolo estratto dal suo prossimo album, Stone Age Is Back,
in uscita per Royal Oakie Records il 3 ottobre 2025.
Come una tesi di dottorato in indie rock e alt folk contemporaneo, il terzo album solista di Caleb Nichols, Stone Age Is Back, è un’aggiunta affascinante e urgente al suo crescente catalogo di musica e poesia.
Il nuovo LP, in uscita il 3 ottobre per l’etichetta statunitense Royal Oakie (Sugar Candy Mountain, Curling, Sandys), è una meditazione sul dolore, ma non nel modo in cui ci si aspetterebbe. Attraverso 13 gemme indie dinamiche e amorevolmente prodotte, Nichols interroga il dolore, il senso di colpa, la complicità, la gioia, la rabbia, la paura e i sentimenti dissociativi che derivano dal vivere un evento di estinzione di massa. Stone Age Is Back non è un album politico, né un album che parla esplicitamente della crisi climatica, ma piuttosto un album che esplora cosa significhi vivere e morire proprio ora, in questo momento di straordinario cambiamento.
Prodotto da Nichols (Kill Rock Stars, Port O’Brien) e mixato da Jay Pellicci (the Dodos, Deerhoof), Stone Age Is Back è sonicamente immacolato, mentre le performance stesse emanano un’immediatezza che potrebbe ricordare i primi Modest Mouse o, più contemporaneamente, i punk britannici The Tubs. Registrato a Oakland, il gruppo si è attenuto alla regola “first take-best take” e si è mosso rapidamente, registrando l’intero album in soli cinque giorni.
Il brano “Dark Age” è una canzone che parla di dolore, della perdita di una persona cara, di una relazione o della perdita di certezze in un mondo in violento cambiamento, caratterizzato dall’estinzione di massa e da un fascismo strisciante. “Dark Age”, gemello lunatico e sonoro del precedente singolo ‘Hag Stone’, è ambientato su uno sfondo di batteria spazzolata dalla pioggia, chitarre gocciolanti e cariche di feedback e una sottile linea di basso contrappuntata. La voce a doppia traccia di Nichols è la più tenera, ferita e vulnerabile, alle prese con il significato dell’assenza. “Is this/ permanence / the shape of absence?” Nichols canta, senza mai rispondere alla domanda.
La produzione di “Dark Age” riecheggia i precedenti singoli di Nichols. Il mix, curato dall’ingegnere Jay Pellicci, richiama alla mente il meglio della produzione del compianto Richard Swift, incarnata dagli eccellenti dischi di Damien Jurado prodotti da Swift, con un taglio forse più frastagliato. Il riff di chitarra principale, una scala modale che radica la canzone al suo posto, potrebbe sembrare di casa nei primi Unknown Mortal Orchestra, e i groove di basso e batteria richiamano alla mente il frequente interlocutore di Nichols, Elliott Smith, nel suo periodo Either/Or. Una gemma di qualità dello shoegaze indie: “Dark Age” è una canzone dall’atmosfera dolorosa.
Stone Age is Back è disponibile per il preordine al seguente link:
https://www.royaloakierecords.com/shop-releases/caleb-nichols-stone-age-is-back

PRESS PICTURE © Aidan Dillon
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Julien Fernandez — Fiverosespress
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